LE DUE VIE
L’Islam, in quanto ultima manifestazione della Tradizione Primordiale, conosce anch’esso una separazione fra la dimensione exoterica e quella esoterica, che come vedremo in seguito, costituisce l’ambito proprio del Tasawwuf.
I maestri del Tasawwuf si rifanno solitamente ad una similitudine per comprendere i rapporti fra questi due ambiti, che rappresentano rispettivamente l’aspetto esteriore ed interiore dell’Islam. Il rapporto fra essi è simile a quello che intercorre fra la ‘scorza’ ed il ‘nocciolo’ (el-qishrwa’l-lobb) o fra la circonferenza ed il centro.
È ovvio dunque che entrambi formino un tutto inscindibile, per cui il ‘centro’ o il ‘nocciolo’ che rappresenta l’essenza della Verità (haqiqah) non può essere raggiunto se non passando attraverso la ‘scorza’, ovvero la Shari’a, intesa come l’insieme delle norme d’azione proprie alla religione e al diritto. La haqiqah, identificabile con la pura conoscenza metafisica, conferisce alla Shari’a il suo significato più profondo e ne costituisce in ultimo la sua stessa ragion d’essere.
René Guénon ha magistralmente sintetizzato il rapporto esistente fra i due aspetti:«… si tratta di due ambiti nettamente distinti , e perciò fra loro non vi può mai essere né contraddizione né conflitto reale; è d’altra parte evidente che l’essoterismo e l’esoterismo non possono venire in alcun modo contrapposti, poiché il secondo, al contrario, trova nel primo la sua base e il suo punto di appoggio, e in verità essi non sono che i due aspetti o le due facce di un’unica dottrina …».(Vedi Renè Guènon, Scritti sull’esoterismo islamico e il Taoismo, Cap I).
Ci si potrebbe chiedere il perché della necessità di due percorsi, apparentemente dissimili, che viaggiano come due binari in qualche modo separati. La risposta a questa domanda è da ricercare nella stessa complessità della dimensione umana: l’uomo, dal punto di vista tradizionale, è un composto risultante dall’unione di tre elementi, o tre stati dell’essere: il corpo (jism), l’anima (nafs) e lo spirito(er-ruh).
Ognuna di queste tre dimensioni è retta dalla legge corrispondente al proprio piano o stato dell’essere. La dimensione corporea insieme a quella animica costituisce l’individualità propriamente detta, mentre lo spirito è ciò che è situato a livello sovra-individuale e procede direttamente dal Principio: “Ti chiederanno dello Spirito, rispondi loro: esso procede dal comando del Signore” (Quran Karim XVII, 85).
In particolare l’anima può essere considerata secondo tre tendenze: una parte che implica l’attrazione verso il basso ed il ‘male’, è l’anima dispotica, an nafs al ammara: essa ordina e pretende la soddisfazione dei desideri egoici. Il grado successivo è quello dell’anima biasimatrice, an nafs al lawwama, che prende coscienza delle proprie imperfezioni ed errori: essa genera il pentimento (attawba) e la determinazione a correggere i propri errori attraverso il bilanciamento della Shari’a , che armonizza e ripristina l’equilibrio turbato dall’anima dispotica.
Il grado più elevato è quello dell’anima pacificata, an nafs al mutma’inna, l’anima pacificata che ha raggiunto un equilibrio stabile ed è ormai lontana dalle contingenze e rivolta interamente ad Allah SubhanaWaTa ‘ala.
La Shari’a è la ‘Grande Via’, ed è l’ambito specifico della nafs al lawwama, dell’anima in costante bilico fra il peccato e la redenzione, ed è guidata dalla Legge religiosa che le fornisce tutte le indicazioni ed i supporti per mantenersi nella Retta Via (sirat al-mustaqim).
Il dominio della nafs al mutma’inna è quello proprio della haiqah, la Via di Verità. Questa è la via che permette di passare dalla circonferenza al centro, o dalla ‘scorza’ al ‘nocciolo’. Possiamo paragonare la Shari’a come una via circolare che protegge l’anima e le impedisce di disperdersi verso la dissoluzione, ostacolando la tendenza centrifuga della nafs al ammara, l’anima che spinge al male; la Legge Sacra è infatti una forza equilibratrice che funge da protezione. La tariqa è invece il raggio, la via che conduce dalla circonferenza al centro. È il simbolo della Via Dritta (sirat al mustaqim) che conduce l’uomo agli stati superiori dell’essere, fino allo stato di prossimità al divino.
Se torniamo all’esempio del frutto fatto in precedenza, la ‘scorza’ costituisce la protezione esterna del frutto, mentre ciò che ne costituisce l’essenza è la ‘polpa’ , che da un altro punto di vista è anche la stessa ragion d’essere del frutto e della scorza. Senza tuttavia la ‘protezione’ fornita dalla buccia (in questo caso la Shari’a) la polpa andrebbe perduta. Vi è dunque una complementarietà ordinata in maniera gerarchica fra le due vie, che rappresentano i due aspetti rispettivamente essoterico (o exoterico) ed esoterico, dell’Islam.