Il Tasawwuf

IL TASAWWUF

Con il termine tasawwuf si indica propriamente l’esoterismo islamico, ovvero quell’aspetto più interiore della tradizione islamica che conduce alla conoscenza metafisica pura e all’unione con il divino, in un rapporto di prossimità e ‘vicinanza’, che ha come ultima tappa il raggiungimento dello stato di Insan al Kamil (l’Uomo Universale), altrimenti detto anche Identità Suprema.

Quello del tasawwuf è propriamente l’ambito dell’Ihsan (eccellenza spirituale) che conferisce a tutti gli elementi della fede (Iman) e alla adesione agli obblighi della legge (Shariah) una maggiore profondità conferendogli significati superiori man mano che il discepolo prosegue lungo la Via di Verità, la tariqah.

Il Tasawwuf, lungi dall’essere un apporto legato ad influenze esterne dell’ Islam e sovrapposto all’Islam, ne rappresenta invece il cuore interiore e trova il suo fondamento nelle stesse fonti principali dell’Islam: il Sacro e Glorioso Qur’an Karim e la Sunna del Santo Profeta Muhammad Sallallaho Alaihi Wa Ala Alihi Wa Barak Wa Sallam.

Il Tasawwuf o esoterismo islamico, si basa, come ogni esoterismo autentico e tradizionale, su tre elementi insostituibili: la trasmissione di una influenza spirituale legata alla presenza di uno Shaykh, o Pir (in lingua farsi), ovvero di un Maestro spirituale ricollegato a sua volta, di mano in mano, alla barakah (influenza spirituale) dello stesso Santo Profeta Muhammad Sallallaho Alaihi Wa Ala Alihi Wa Barak Wa Sallam; secondo elemento imprescindibile è la dottrina che indica le tappe del cammino e protegge dalle possibili deviazioni i muridin (discepoli);  ed infine l’insieme di mezzi spirituali forniti dal Maestro Spiritualeper raggiungere il fine ultimo della Via.

Nel Tasawwuf, ancor più che nella Shari’a, il modello Profetico acquista una importanza fondamentale: il Santo Profeta Muhammad Sallallaho Alaihi Wa Ala Alihi Wa Barak Wa Sallam rappresenta il mezzo attraverso il quale Allah Subhana Wa Ta‘ala, ha effuso la Sua Grazia su tutto il creato, come recita il Santo e Glorioso Qur’an Karim: “E non ti abbiamo inviato se non come misericordia per i mondi”          (Sura al Anbiya 21:107) Tutte le vie spirituali del tasawwuf, dette appunto turuq (sentieri, vie) sono dunque riconducibili al Santo Profeta Sallallaho Alaihi Wa Ala Alihi Wa Barak Wa Sallam, che è la fonte originaria di elargizione della barakah, l’influenza spirituale che vivifica ognuna delle varie turuq autentiche. Le turuq hanno assunto nel corso dei  secoli la forma di ordini spirituali ricollegati al Santo Profeta Sallallaho Alaihi Wa Ala Alihi Wa Barak Wa Sallam attraverso una catena (silsilah) ininterrotta di maestri spirituali che in ogni epoca raggiungono migliaia e migliaia di fedeli. L’iniziazione data da un Pir o Shaykh, che fa parte di una di queste catene, serve dunque a ricollegare il discepolo a quella universale effusione di misericordia attraverso la stessa barakah del Santo Profeta Muhammad Sallallaho Alaihi Wa Ala Alihi  Wa Barak Wa Sallam.

Durante il viaggio nella via spirituale (suluk) il murid (discepolo)dovrà essere sempre sotto la direzione del maestro, che conosce i pericoli della via ed è in grado di guidare il discepolo attraverso le varie tappe del cammino iniziatico. I Sufi ricordano questo principio citando le parole del maestro Sua Santità Junaid Baghdadi, Radi Allahu Ta’ala Anhu: “quando qualcuno non ha maestro allora Satana diventa il suo maestro”.

Il compito del Pir è quello di guidare la crescita spirituale del discepolo, e portare a perfezione le qualità latenti, ciascuno secondo le proprie possibilità e qualifiche. In questo il Pir è paragonabile ad un medico capace di fare diagnosi e di guarire le ‘malattie dell’anima’, insegnando al murid le maniere adatte in cui comportarsi in ogni circostanza. Questo è possibile indipendentemente dal grado di conoscenza spirituale del Pir(anche se è chiaro che colui che viene investito di questa funzione ha raggiunto una certa stazione spirituale) perché sulla mano del Pir vi è sempre la Mano (in senso metafisico) di Allah SubhanaWaTa’ala! Infatti l’ autentica investitura alla funzione del Pir è tale che se costui non devia dal patto iniziatico egli gode dell’ assistenza divina diretta. Recita infatti la pergamena di autorizzazione a svolgere la funzione del Pir (ijazat) nel sublime ordine Chishti Nizami Syalvi di Bhera Sharif:

<<… O mio Signore! Aiutalo in ogni suo affare per ottenere le vostre benedizioni e la vostra pace e proteggetelo dai suoi errori e dalla deviazione di Satana e dei Jinns e dell’ uomo ed illuminate il suo cuore con la vostra importanza e l’ amore del vostro Profeta, la pace sia su di lui, e garantitegli di seguire il Santo Profeta, la pace sia su di lui, e rendetelo una lampada incandescente per coloro che sono persi nel buio e fornitegli retta guida in questo e nel mondo a venire ed aggiungete il suo nome nella lista degli uomini virtuosi. Io chiedo Voi di ordinare quanto sopra per l’ amore che avete per il vostro beneamato Profeta, la pace sia su di lui.…>>

Dal documento sopra citato si evince che il Pir è in effetti un Pontifex, Pontefice fra Cielo e Terra. Il Pir ed il murid sono collegati fra loro attraverso un patto iniziatico (bayat) che ha il suo prototipo nel patto stretto fra il Santo Profeta Muhammad Sallallaho Alaihi Wa Ala Alihi Wa Barak Wa Sallam, ed i suoi Nobili Compagni, Radi Allahu Ta’ala Anhum, quand’egli era seduto sotto un albero ed aveva chiesto loro  di giurargli fedeltà e mantenere l’impegno che si erano assunti quando erano entrati nell’Islam. Questo avvenimento è ricordato dallo stesso Santo e Glorioso Qur’anKarim:

“Iddio s’è compiaciuto coi credenti quand’essi ti giurarono fedeltà sotto l’albero: Egli conosceva  quello che avevano in cuore e ha fatto discendere su di loro la Sua Presenza Pacificatrice e li compenserà di vicina vittoria”.(Qur’an Karim 48:18)

La ‘stretta di mano’ fra Maestro e discepolo con la quale solitamente avviene l’iniziazione al tasawwuf , ha un valore simbolico ed operativo che trova la sua fonte ancora una volta in un versetto del Sacro e Glorioso Qur’an Karim, che sintetizza l’importanza assoluta del patto:

“In verità coloro che prestano giuramento di fedeltà a te, prestano giuramento di fedeltà ad Allah, e la mano di Allah sta sopra le loro mani, e chi violerà il patto lo violerà a suo danno, ma chi sarà fedele al patto di Allah Egli darà a lui immensa misericordia”  (Qur’an Karim 48:10)

Attraverso il patto iniziatico il murid si impegna a sottomettere la propria volontà di sottomissione ad Allah (Islam) e a rispettare la legge religiosa (Shari’a); rafforza la propria fede religiosa (Iman) nell’Unità di Dio (Tawhid); e soprattutto si impegna nel percorso di perfezionamento spirituale (Ihsan) sintetizzato dall’hadith che recita:“Adora Dio come se tu lo vedessi, perché anche se tu non lo vedi certamente Egli ti vede”.

Il Tasawwuf conferisce dunque profondità ed elevatezza alla Shari’a ed ai suoi riti, ed è la Via Dritta (sirat al-mustaqim) che conduce alla prossimità al Divino.

Il Secondo elemento è costituito dalla Dottrina, ovvero dalla conoscenza teorica che in seguito va metabolizzata fino alla sua realizzazione, ovvero fino al raggiungimento ‘ontologico’, o presa di possesso, delle stazioni (maqam) spirituali che essa descrive.

La Dottrina è fondamentale per prevenire qualsiasi deviazione o falsa interpretazione dei fenomeni e delle ‘aperture’ che si incontrano lungo il percorso. Inoltre essa protegge dalle limitazioni exoteriche di un certo ‘letteralismo’ che possono riaffiorare in mancanza delle necessarie qualificazioni iniziatiche.

 

Il Metodo è l’ultimo dei tre elementi che abbiamo menzionato: esso costituisce l’insieme dei mezzi e delle pratiche che caratterizzano la Via di Verità. Tali mezzi spirituali possono essere diversi fra le varie turuq, ma è bene tenere presente che la diversità di mezzi dipende esclusivamente dalle specificità e dalla ‘colorazione’ di ciascuna tariqah, mentre il fine ultimo resta uguale ed invariabile per tutti, essendo questo il Principio stesso da cui traggono la loro ragion d’essere i diversi percorsi.

Non entreremo in questa sede nello specifico, ma possiamo dire che prevalentemente il metodo iniziatico è basato sulla ‘recitazione vivificata’ di alcune formule proprie alla tariqah, ovvero gli awrad (wird al singolare), e gli adhkar (dhikr, al singolare) e sulla recitazione della Salat ala an-Nabi, o Doorod Sharif, cioè la Preghiera di Benedizione e Pace sul Santo Profeta Muhammad SallallahoAlaihiWa Ala Alihi Wa Barak Wa Sallam. Tali formule e recitazioni, assimilabili a quelli che nell’induismo sono conosciuti come mantra, devono essere ripetuti giornalmente e per un numero di volte specifico che il Pir o Shaykh determina di volta in volta secondo ‘i casi’ e secondo le capacità ed il grado raggiunto da ciascuno dei suoi muridin.

Dal libro attribuito a Sua Santità Abdul QadirGilani, Radi AllahuTa’alaAnhu, intitolato “Sirr-e-Asrar” e tradotto in Italiano con il titolo il “Segreto dei Segreti” apprendiamo che la parola la parola «Tasawwuf», (تصوف) è composta da quattro sillabe: «T», « S», «W», «F», 
«T» ( – ت) indica tawba, ovvero «pentimento», primo passo sulla Via. In realtà un doppio passo: esteriore ed interiore: l’esteriore consiste nel pentimento relativo alle parole, agli atti ed ai sentimenti, mantenendo la propria vita scevra di peccati e di atti illeciti, perseguendo l’obbedienza, rifuggendo rivolta ed opposizione per cercare accordo ed armonia. Il passo interiore del pentimento è un atto del cuore consistente nel purificarlo dai desideri per le cose di questo mondo  e nella sua completa dedizione al Divino.

 

«S» (sâd – ص) indica safâ è lo stato di gioia e purezza.  Purezza del cuore, e verso il suo centro nascosto. Il metodo per liberare il cuore e purificarlo è quello del ricordo (dhikr) di Allâh.
La terza lettera « (wâw – و), indica walâya, lo stato di «santità» degli amanti di Allâh e dipende dalla purezza interiore. Allâh menziona i Suoi amici (awliyâ) nel Sacro Corano: «Invero sugli amici di Allâh non vi è timore né essi sono rattristati … Per costoro vi sono delle buone novelle in questo mondo e nell’altro» [Corano X, 62, 64]. Il Santo Profeta ha detto:

Caratterizzatevi con i tratti divini”.
« ( – ف), stà per fanâ, l’«estinzione dell’io», lo stato di annientamento in Allâh. Quando gli attributi della natura umana si estinguono ed il falso ego (io) svanisce assieme alla molteplicità degli attributi e delle forme di questo mondo, allora non sussistono più che gli Attributi dell’Unità (sifât al-ahadiyya) e si è in unione con Allâh. E si riceve una eterna purezza divenendo uno dei «compagni del giardino, dove dimorano per sempre coloro che credono ed operano rettamente» [Corano, VII, 42. ].
Tuttavia «Noi (Allâh) non poniamo alcun peso sull’anima che essa non possa sopportare» [Corano, VII, 42. ]. L’uomo deve soltanto possedere una instancabile pazienza. «Ed Allâh è con coloro che con pazienza perseverano» [Corano, VIII, 66].